Ho detto il mio nome. L’ho urlato mentre mi portavano via dalle macerie, in braccio, appena dopo l’esplosione. Un ragazzo con i vestiti coperti di polvere mi teneva la mano sulla testa. Io non avevo più le scarpe. Poi mi hanno messo seduto a terra, c’erano altri bambini, più piccoli di me. Una donna dottore ha cercato di medicarmi la ferita sulla guancia, ma il sangue è stato più veloce, è sceso fino al collo. Grida, solo grida. Di tutti, di tutto. Qui gridano i feriti e gridano le bombe. Da qualche giorno non trovo più la mia mamma. Ad Aleppo siamo in tanti, a non trovare più i nostri genitori.
Fare.
Devo fare un viaggio in mare. Sembra l’unico modo per continuare a vivere. Lo dice lo zio, che conosce degli uomini con una barca. Andremo in Italia, salperemo nella notte. Lì hanno la televisione e i bambini camminano senza fucili. Lì ci daranno da mangiare.
Baciare.
Ho dato un bacio al mio fratellino. Lui resterà qui con la zia. Io, papà e lo zio saliremo sulla barca che ci salverà. E quando saremo in Italia troveremo il modo per aiutare chi è rimasto in Siria. Papà mi spiega che sarà un viaggio difficile, ma io devo pensare alla mamma. Il freddo non mi spaventa.
Lettera.
Il mare diventa grosso e noi non mangiamo da tanti giorni. Si gela e abbiamo la nausea. Papà e lo zio mi tengono stretti tra i loro corpi ossuti e sfatti. Stiamo sotto una piccola coperta stracciata; mi viene sonno, ma non posso dormire. Nella testa scrivo una lettera al mio fratellino: gli racconto che in Italia mi daranno la Coca-Cola, che giocherò con le macchinine. Gli dico che la guerra finirà presto e i bimbi potranno raccogliere i fiori. Che i grandi, un giorno, non ci faranno più paura.
Testamento.
Il sonno è più forte di me. Non abbiamo più acqua. Sulla barca i morti puzzano; anche i vivi puzzano di morte. Adesso il mio viaggio è diventato un testamento senza voce. L’addio al mondo di un bambino senza nome.
Il testo è accompagnato dalla delicata fotografia di Beppe Malizia, @beppemalizia, musicista, cantautore e leader del gruppo Beppe Malizia e i Ritagli Acustici. Lo scritto è apparso all’interno della gallery Instagram @ioscattotuscrivi, nella rubrica intitolata #direfarebaciare.
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2 Commenti
Roberta
26 Gennaio 2020 at 8:57
Francesca Crippa
27 Gennaio 2020 at 12:24
Meravigliosa storia in tutti i suoi frammenti. La foto, poi, è incantevole e tenerissima.
Roberta ti ringrazio tanto!