Il tempo qui è diverso. Scandito dalle barche e dai pesci.
Perché a Marzamemi si pesca. Poi si vive.
Arrivo nel tramonto e il silenzio è la migliore compagnia. Tutto è al proprio posto, rassicurato dal suono delle onde, e i volti sono quelli di sempre, sferzati dalla carezza rude del mare. Il porto è gremito di imbarcazioni, cariche di reti e di esistenze salate. I bambini, pochi, si rincorrono tra gli edifici dai muri spessi, scrostati. Sopra tutto c’è l’odore delle spigole e e degli scorfani che si seccano al sole. Invade le narici e si ferma in fondo alla gola, pesante e ostinato. Il pesce lavorato qui è garanzia di sopravvivenza, la continuità nel tempo avverso di questo borgo di pescatori, non avvezzi al turismo o ad altre attività che non riguardino il mare.
Oggi è un tramonto bizzarro.
È una di quelle sere estive in cui le persone sono unite da un abbraccio che supera distanze e confini, forse l’unico vero senso di appartenenza che rimane: la partita dell’Italia. Quarti di finale del campionato europeo. Gli angoli, le strade, la piazza sono luoghi immobili e assolati, una tranquillità irreale ghermisce il borgo. L’effetto è straniante, un set fasullo e perfetto, una parentesi nella foga dell’esistenza. I chioschi ospitano qualche viaggiatore appassionato, che guarda speranzoso lo schermo del televisore. Qualcuno prega per la vittoria. È una commedia dolce. Mi prendono i ricordi, mi prende la malinconia, ancora qualche perché mi rincorre sulla strada.
E poi arriva. Eccolo, ebano moro che avanza.
Turi è qui. Del calcio a lui non importa nulla. Non si è nemmeno lavato le mani. Ha appena mollato le reti. Questa volta ha preso anche ceppi grossi di cozze. Non mi saluta, non mi guarda in faccia. Mi afferra e mi rovista come un tritone sul fondo sabbioso del Mediterraneo, il mare nostrum. Turi mi prende da marinaio, dietro una porta quasi aperta che dà sul mare. Lascio entrare la sua corrente calda, arriva burrascosa da Capo Passero. Arriva gutturale e triste. Nessuno vede, solo un gatto magro che cerca qualcosa da mangiare. La piazza è ancora deserta. Tutte le altre anime sono ancora impegnate a tifare.
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