Guardala dall’alto: è un puntino nella rena umida davanti all’onda.
Alba. Le piace venire qui, vicino alla tonnara, perché la spiaggia è meno battuta e ci sono detriti naturali. Qualche volta rifiuti umani.
Alba sta accucciata come una gatta sotto una macchina calda. Tiene le ginocchia abbracciate intorno al seno e si mette in ascolto. Il mare le porta voci, storie, domani. Il mare un giorno porterà anche lei. I polpastrelli sicuri tastano i granelli di sabbia, qualche filo secco di posidonia, un bastoncino aguzzo. Trovano una conchiglia. Fatto strano, pensa. Qui sono pochissime, le conchiglie.
È liscia, delicata, la superficie di questo frutto del mare.
Un’unghietta di fata, come le chiamava sua madre. Il ricordo delle passeggiate senza fine a prendere lo iodio, la mattina presto. Sono i piedi vicini, che lasciano orme in mezzo ai cannolicchi, nella spuma densa della battigia. Uscivano presto, loro due, mentre il papà russava dentro il letto, con le gambe coperte appena dal lenzuolo, sotto la finestra aperta e la tenda che si muoveva leggera. Andavano fuori insieme, a salutare il giorno per prime. Alba sta lì con questo pensiero che dal cuore si è spostato nello stomaco, anche adesso che il sole sta nascendo e l’aria si scalda.
Inizia la giornata tra la terra e il mare. Iniziano i rumori, i gesti, i sorrisi.
Iniziano anche le lacrime, perché i giorni sono fatti così, sono dolci e salati nello spazio di un istante. Alba accarezza con le dita quella sua conchiglia, che è lei, in fondo. Un frammento portato a riva dalle onde, abbandonato su una spiaggia per essere trovato da un cane al tramonto, o dimenticato fino alla prossima onda, che lo ributti dentro, nel vortice di un tutto che evolve. Guarda in basso, la sua conchiglia tra le dita.
E in quel momento cade un’altra conchiglia, dal cielo.
Gli occhi di Alba si sollevano: un uomo la osserva. Barba accennata, iride d’erba appena tagliata. Spalle grandi. Si inginocchia accanto a lei. Le due conchiglie sono uguali, vicine. Una probabilità incredibile, vederne due così: così belle, così rare. Così vere. “Mi sono svegliato e non c’eri”: la voce di lui arriva dall’orizzonte, dalla parte della terra. “Era il mare” dice lei “mi chiamava”. Alba ha le guance rosa, è innamorata.
Guardali dall’alto: due conchiglie. Che una mattina, all’alba, si sono trovate.
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