Buon compleanno bambina.

La torta del mio compleanno è molto bella. L’ha preparata la mia mamma, che è bravissima a cucinare, in particolare i dolci. È piena di panna e di lamponi, il mio frutto di bosco preferito. Oggi compio sette anni, sono grande ormai e ho ricevuto una gran quantità di biglietti di auguri disegnati. Mi è arrivato anche il diario dei segreti di Elsa di Frozen, che nei miei sogni mi assomiglia perché anche io sono bionda e ho i capelli con la treccia. A Carnevale ho messo un vestitino azzurro luccicante e ho detto a tutti che potevo far scendere la neve. So a memoria anche la canzone del film, mi suona sempre dentro.

La mia festa di compleanno è bellissima: ci sono proprio tutti. E c’è tanta musica.

Mia cugina più grande, che quest’anno farà la cresima, si vede che è invidiosa. Non mi guarda. Invece le mie migliori amiche sono tutte intorno a me, sedute al tavolo con i segnaposti a forma di Olaf. Mamma ha chiamato l’uomo delle bolle di sapone, che improvvisa uno spettacolo stupendo nel nostro giardino. E papà ha portato un suo amico che canta in un locale, del quale è mezzo socio: ridiamo tutti insieme con il karaoke. Ginevra imita Violetta, giuro che è uguale.

Insomma è tutto perfetto.

Manca solo un gruppo famoso tipo i Kolors, ma non importa e ai miei genitori non lo posso dire. Anche perché magari l’anno prossimo mi fanno trovare i One Direction. Tanto basta pagare. E i soldi noi li abbiamo.

Adesso tutti gli invitati sono andati nelle loro case.

Nella nostra grande sala si stanno già sgonfiando i palloncini rosa. Diventano molli, piccolini. Domani Ramona verrà a fare le pulizie e ogni cosa tornerà al suo posto, come prima.

Ogni cosa tranne loro.

Li ho sentiti ancora parlare a bassa voce, prima. Non mi hanno vista avvicinarmi alla porta della cucina. E nelle mie orecchie sono entrate di nuovo quelle parole: “Avvocato, separazione. Affido. Giulia. Fine settimana. Prima è, meglio è”. Esco dalla porta finestra della mia camera, non posso scappare: il cancello è alto e automatico. Sono intrappolata in una gabbia. E il mio destino lo decidono due che mi hanno messo al mondo e poi non si sono amati più. Non devono vedermi, non devono trovarmi: me ne sto accucciata tra il rastrello e il tagliaerba, nella casetta degli attrezzi. Ho lasciato in casa il mio diario. I miei peluches.

Tanto sono grande, da oggi. Sono così vicina. Eppure irraggiungibile.

Se muoio, va bene.

Capiranno che mi hanno uccisa loro? Addio a tutto il mio mondo dorato. Anche se avrò molti più giochi, più vestiti, più vacanze: perché faranno a gara per comprare l’unica cosa che non riuscirò più a dare. L’amore.
Addio, macchina piena delle gite della domenica.
Addio, mano nella mano e salto dei tombini.
Addio divano con in mezzo me, Nutellina felice tra due fette di pane appiccicate.

Se muoio, va bene.

Mi troveranno a terra come un sacco vuoto.
E sulle labbra avranno ancora le parole belle della mia giornata: “Buon compleanno bambina”.