Da un po’ di mattine, presto presto, vieni nel lettone.
Ti abbiamo preso una torcetta azzurra, che ti aiuta nel percorso per raggiungere la nostra camera. Io avverto il tuo passo appena poggi il piede sul pavimento. Mi sveglio, sento il tum tum del tuo cammino deciso, svelto. Nel buio mi appare un bagliore tremulo di fata: ecco, è arrivato il mio bambino, con la sua luce guida.
“Sono venuto a trovarvi!” e la vocina è quella incerta della notte, è il richiamo di un cucciolo che ha bisogno di caldo.
Così ti sistemi sotto il piumone, tra me e il papà, ti giri per avermi di fronte, infili i piedini nudi e freschi tra le mie gambe.
E in un istante il tuo respiro cambia.
Diventa quello della serenità, del riposo, della pace assoluta. In quel momento, sebbene sospinta verso il limite del letto, io sto bene. Mi sento completa, quella mamma che sono diventata in ospedale, qualche anno fa, la prima notte in cui ti hanno messo tra le mie braccia e la ferita del cesareo mi faceva così male mentre tu piangevi.
Era un settembre tiepido, autunno appena incominciato: ti tenevo nell’incavo della mia ascella, il profumo era forte di latte e di liquido amniotico. Allora ho sentito che iniziava il nostro incedere nel mondo.
Questa mattina è accaduto un fatto bellissimo.
Era già successo qualche tempo fa, ma oggi è stato ancor più forte. Era l’alba, il sole filtrava dalle persiane, io ho aperto gli occhi poco prima del trillo della sveglia.
Sono rimasta a fissare il soffitto nella stanza sempre più luminosa, mentre il giorno si faceva strada.
Ho avvertito un suono speciale: eri tu che ridevi.
Hai fatto una risata cristallina, squillante, piena; così fiduciosa, calda, positiva, spontanea, liberatoria, gioiosa, che ho sentito l’emozione riempirmi il cuore.
Ridere nel sogno, in un’alba frizzante di febbraio, un atto genuino di amore per la vita, per tutto. Un gesto inconsapevole che mi ha acceso un solo pensiero: come vorrei sentirti sempre così! Ridere mentre emergi dall’oscurità alla luce, ancora con le palpebre vibranti di sonno dolce. Sperare che la tua vita sia sempre pura gioia, come questo sogno, come questa melodia delle labbra schiuse, che forse non è altro che un lampo di felicità.
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6 Commenti
madroot
2 Febbraio 2017 at 19:20
SIMONA
15 Febbraio 2017 at 13:27
Francesca Crippa
1 Marzo 2017 at 17:24
Anonimo
1 Marzo 2017 at 12:06
Francesca Crippa
1 Marzo 2017 at 17:25
Anonimo
6 Novembre 2017 at 9:56
Già, pura gioia. Mi sembra di sentirla.
Bellissime le storie che scrivi..
Grazie Simo, di cuore!
….respiro….
Ne sono felice….
Come non emozionarsi? Lo sto leggendo mentre faccio l’inserimento di Tommy in uno spazio giochi e l’emozione che provo è ancora più intensa!