Mi troverai qui, in sala d’attesa. Ti ho accompagnato come nel sogno che mi hai raccontato qualche sera fa. Ho preso la mia macchina, ti ho fatto posto nel sedile passeggero. Ho messo la canzone che ti piace, quella che abbiamo suonato in sala prove nei nostri pomeriggi d’inverno, la stessa che abbiamo urlato al concerto, aggrappate a quelle note che spezzavano l’aria, l’essenza di noi.
Siamo ancora quella cosa, un laccio legato stretto.
Anche se non ci vediamo ogni giorno, anche se non dormo più a casa tua tutti i giovedì sera. E i venerdì. E i sabati. Siamo ancora quegli sguardi che si trovano in mezzo alla gente, che basta un sorriso un po’ diverso per capire che c’è qualcosa che non va. E allora iniziano le parole. O iniziano i silenzi. Inizia quello che ci va di fare, insieme.
C’è una prova, adesso.
È capitata a te, ma ci sono dentro anch’io, perché le anime affini si trovano e non si lasciano mai, vanno contro la distanza, contro il tempo, contro ogni ostacolo.
Sei nei pensieri che ho, in tutti i momenti. Avrai la forza che hai imparato ad avere, un’energia che ti brilla dentro, che rischiara l’universo intorno a te. Si vede da come parli, da come scrivi. La scoprirai nel fondo del tuo respiro, della tua storia. E mi dirai che è tutto grazie alle persone che non ti lasciano sola, perché tu sei così, metti sempre gli altri prima di te.
Io ti dico che sei tu, invece: sei tu che ho scoperto guerriera.
Nel cammino che percorrerai non potrai vedermi quanto io vorrei, lo so. Ma adesso hai un cuore blu con te, un ciondolo che devi guardare quando ti sentirai tremare. Dentro ci siamo noi. C’è la promessa che presto il tuo sole sarà ancora più caldo e farà quella luce speciale, la luce di chi ha vinto, il bagliore di chi è passato attraverso.
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