Mi piace tanto, perché è una carezza netta, anche se timida. È il tocco di una nonna in là con gli anni, sbiadita dalle nebbie dell’autunno, ma con la forza ancora tutta dentro. Un abbraccio invisibile, dita di raggi gialli e arancioni. Il sole mi mette sempre di buonumore, anche quando è inverno e lo vediamo poco. Mi fa perfino sorridere, questa mattina, mentre sono in coda tra le auto degli altri in un serpente di ferro, a fare con il piede avanti e indietro per cambiare marcia tra prima e seconda.
Il traffico devasta. Di solito mi arrabbio, ma oggi provo a prenderla così.
A pensarmi, a fermarmi. Un lato bello della coda? Musica, pensieri, occhi nello specchietto. Sono io? Sì. Scelgo la canzone giusta, quella che cantava lui, quella sera a Milano. Quanta neve.
Sono passati gli anni, ne passeranno ancora. Cambieremo, mi sa. È giusto così, mantenersi un po’ uguali e un po’ cambiare, passare piano come queste macchine in coda. Ho tanto amore, dentro. E la verità è che adesso questo amore è prima di tutto per me, per le mie paure e per il mio coraggio. Per le lacrime della mattina, le braccia incrociate, il tuffo tra le onde. Per il primo bacio vero, le calze a righe, i bucaneve nel sottobosco. Per i passi, i respiri, gli occhi spalancati.
Questo amore è così grande che prende anche le virgole, gli spazi tra le cose: è amore per il niente, tutto il niente che sono.
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