Arriva a terra subito, fa un tonfo grande come la sua pancia.
Mi è sempre parso un mappamondo, il Sig. Bernardi. Sulle scale scende piano, sta con quella faccia arcigna a controllare che tutto sia a posto. Odia i gatti randagi.
La Sig.na Matteucci volteggia leggiadra, il suolo lo raggiunge appena.
Le esce poco sangue, fa un sorriso buono. Non le piace parlare e di solito ha paura di scendere da sola in cantina. Qualche volta passa l’aspirapolvere a orari inverosimili, tipo alle quattro di mattina.
Giacomo si è appena trasferito, studia ingegneria al Politecnico e suona la chitarra acustica. La sua band, i Senzatetto, è formata da quattro appassionati di blues. Non sopporta i Rolling Stone, ma li devono fare per forza, se vogliono suonare nei locali. Quando si sfracella sull’asfalto pensa a quel riff che non gli viene, maledetto Robben Ford.
La prima cosa che si spezza è il polso destro.
Caterina ha un bimbo piccolo, lo vedo gattonare sul pianerottolo. Lei è bella anche senza trucco, ma non lo sa ed è meglio così, perché quando mi incontra si ferma a parlarmi, semplice, dolce. A me sembra la Madonna bionda. Lei non tocca terra. Vola sulle nuvole.
Visto come muore tutta questa gente? La butto io, giù dal balcone.
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