Il 4 novembre alle 18.00 è il mio compleanno. Oggi!
Eppure questa data mi sembra sempre così lontana, perché sta in fondo al calendario, quasi dentro l’anno dopo. Quanti anni festeggio? Pochi, tanti. Tutto è relativo. Ne ho molti per essere ancora una ragazza. Ne ho pochi per essere già una signora. Ho gli anni che ho, nella faccia che ho. E mi stanno più simpatiche le persone che in piscina o al supermercato mi danno del tu.
Questa sera penso a come sono stata fortunata.
A nascere quando sono nata. A crescere come sono cresciuta. In un giardino che era tutto il mio mondo, in un paese che è bellissimo, con un campanile che ancora adesso mi emoziona se lo guardo al tramonto, se sento quel suono vibrante, unico.
Un angolo di terra dove tutto stava a misura, a portata di mano o di passo.
Dove andavo in bicicletta a far la spesa, dal panettiere e dal macellaio. In cartoleria. Dove potevo passare i pomeriggi in cortile o in biblioteca e a pallone giocavo anche in strada, con le mie amiche gemelline e i bimbi delle case vicine alla mia.
In me ho i sentieri delle campagne intorno, tutti nelle gambe, i boschi dove mi portava il mio papà. Un legno per farmi largo tra i ricci e le foglie. Le grandi avventure, la sveglia alle sei di mattina. La nevicata grossa, quando avevo cinque anni. Il mio papà che solleva la clèr del garage e io che finisco sommersa da uno strato di felicità bianca, più grande di me.
Se chiudo gli occhi sento ancora il profumo della crostata di mia mamma o l’aroma di alchermes del suo tiramisù. Cucchiai di dolcezza negli anni intensi di uno studio che mi ha chiesto molto e mi ha dato di più. I proverbi della nonna, i giochi con lei seduta sul divano, insieme al mio orsetto Yogi, l’albero di Natale vero che lasciava in salotto quel profumo magico dall’otto di dicembre.
Che bello, avere oggi l’età che ho. Se non avessi i miei anni, non avrei potuto vivere tutto questo.
Adesso mi fanno sorridere anche le difficoltà, perché ci sono, va così. Le abbiamo tutti. Vanno affrontate e vissute. Provare a prendere il buono che c’è, anche quando non si vede.
Amo avere questo passato, è quello che mi fa camminare dentro il mio presente: la mia famiglia, il mio amore, il mio bambino, una sorella che ho scelto. Amicizie profonde per condividere pezzi di strada. Prove, tentativi, desideri. Sogni. Rughe intorno agli occhi.
Buon compleanno, allora.
I regali più belli li ricevo ogni giorno. Per questo, a tutti e a tutto grazie.
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2 Commenti
Jessica
4 Novembre 2016 at 18:53
Francesca Crippa
4 Novembre 2016 at 22:19
Sei unica e questo racconto è un vertice di Poesia perché parla di te… ti voglio bene, per sempre… sorella mia 💖💖💖 Tanti auguri!!
Sei parte di questa Poesia. Una parte fondamentale. Ti voglio un bene immenso!!!😍😍😍