Falegnami da una vita.

La pialla è un attrezzo pacificatore: smussa gli angoli, appiattisce le ruvidezze.

Mi ci vorrebbe dentro la mia vita, per lisciare via un po’ di spessori.

E i trucioli li terrei comunque con me, ché son parti del mio pezzo di legno, quello che mi ha destinato il Cielo.

La mia cassetta degli attrezzi l’ha fatta mio padre, che faceva il garzone di mio nonno. Non manca nulla lì. Siamo falegnami a Lissone da quattro generazioni. Le mani sono cariche di schegge che ormai non te le senti neanche più. Matita nel taschino, grembiule marrone e occhiali spessi. Amiamo gli alberi: tra le vene dei tronchi, se ci soffermiamo un po’, vediamo già un paio di sedie dure e resistenti. Per la sala della Pinuccia, la vedova che parla sempre. Legno scuro, noce che profuma. Il rispetto, alla natura, lo diamo lavorando notte e giorno per oggetti di valore, pezzi unici che dentro hanno le nostre mani. E i nostri cuori.

Ci pagano? Se si ricordano. Non siamo diventati ricchi, quello bisogna dirlo.

Se sei onesto, oggi come oggi, non diventi ricco. Io le tasse le ho sempre pagate la mattina presto. Me l’ha insegnato la mia nonna, che non sopportava le code in posta per pagare la televisione, tutte negli ultimi tre giorni. Chi ho votato? Tutti. Tutti quelli che mi hanno illuso di farmi vivere meglio. Del mio lavoro. Del mio scalpello.

A destra. A sinistra. Anche quelli in mezzo. Tutti, li ho votati.

Nella prossima vita il politico lo faccio io. E la prima legge che farò sarà otto ore di lavoro a bottega, per tutti e tutti i giorni, domeniche comprese. Sai che spettacolo vedere il Parlamento sotto un cumulo di polvere di legno. Un grosso ammasso di segatura. Fuori però. Non dentro, nelle teste loro.

Basta pensare, adesso. Il lavoro non si fa con il pensiero. Si fa con le mani.

Dai, con questa pialla. Quel ragazzino la stoffa non ce l’ha. Mi devo avvicinare. Adesso faccio la voce scura.

Ricomincia, su. La pialla ti fa fare pace con il mondo, vedi?

Forza, smussa gli spigoli, giovanotto. Tutto liscio, tutto bello. Non li hai, tu, degli angolini da lisciare? Tutti li abbiamo. Pensa a loro.

Pensa agli angoli della tua vita. Bravo. Così.

Fai andare le mani. Avanti e indietro.

Vedi? Adesso il legno viene come vuoi. Prova.